Lavorare a mare

Una sedia in riva al mare

Mi ero ripromessa di scrivere, dopo l’estate, qualcosa su di me, sui progetti che ho studiato e molto altro. Poi ho pensato ad altro, perché scrivere per me presuppone almeno due fattori, a volte intercambiabili: ispirazione e concentrazione. Oggi probabilmente è un giorno ispirato. Dunque, inizio il racconto dalla Sicilia, dove ho trascorso la mia lunga estate, un luogo che ho visto, ascoltato, respirato e dove ho riscoperto energie e rabbia. La mia terra contrastante e le connessioni riaffiorate sono davvero troppe per racchiuderle in un breve scritto, ma sono convinta che ci siano situazioni e luoghi che fanno riflettere e ti aprono la mente. Per me, la Trinacria è uno di questi. Il primo luogo che vorrei condividere è Lampedusa, dove ho trascorso dieci giorni a luglio per le mie “vere vacanze”, quelle da subacquea. Lampedusa non è solo un’isola, è un luogo di storie, di venti, canti e tragedie raccolte dal mare. La mia scelta è quella di vedere ed ascoltare l’isola e le tragedie che raccoglie per mare. È molto arduo mettere in parole quella propensione umana che sta nel decidere consapevolmente di vedere o non vedere, ascoltare o non sentire le situazioni e ciò che le provoca. La capacità umana di scegliere di vedere la realtà è qualcosa che risiede nella libertà e nella coscienza individuale. Ma tutto sommato, se vuoi davvero capire che impatto c’è nei flussi di persone in fluttuazione fra continenti e negli animali da salvaguardare, non ti resta che ascoltare gli anziani di Lampedusa e, se non vuoi, rimani cieco e sordo. Ma questa lunga, lunghissima estate mi ha dato l’opportunità di concentrarmi su nuovi progetti. Ho scoperto che, con un computer, un ombrellone e una sedia da spiaggia, posso fare quasi tutto. Ho corretto le bozze del libro che sto scrivendo, ho creato un sito web e ho avviato collaborazioni con persone che condividono i miei sogni. Il progetto “Ready to Coaching” è nato al mare, su una sedia vicino al sole che si tuffa sulle Eolie. Ma la storia è più antica e risiede nella stima e nella fiducia che intercorrono fra le persone. Alessandro Samele era un mio collega, un brillante e creativo responsabile commerciale per l’azienda dove ho lavorato per 17 anni, che è rientrato in contatto per reciproci interessi: il caso vuole che anche lui sia un coach. E poi, come in ogni bel racconto, è accaduta una cosa strana: qualcuno ha regalato ad Alessandro un marchio, “ready to coaching”, e ci siamo detti che il destino stava cospirando affinché raggiungessimo un obiettivo: collaborare. Fra l’Etna in fiamme e il mare in tempesta, è nato un progetto cresciuto grazie alla stima, alla fiducia e alle differenze caratteriali. E non contenti, abbiamo coinvolto altri due amici e colleghi che hanno molti talenti. Abbiamo creato un’offerta di consulenza, formazione e coaching, ma soprattutto abbiamo in comune una missione: valorizzare il fattore umano nelle aziende. Stiamo lavorando in sinergia, ma non è finita: Alessandro voleva creare un podcast che parlasse di leadership, così è nato il podcast “Leader da Matti – Storie di Piccoli Eroi”. Ci piace l’idea di scoprire e parlare di leadership silente, di eroi sconosciuti che ispirano le persone e che ci ispirano. Anche questo progetto è diventato realtà. Traendo le somme sono molto contenta di aver posato una sedia in spiaggia. Certo, il mio libro, come si sol dire, “è a mare”, ma sono fiduciosa. Questo “manuale tomo” prima o poi prenderà il volo! A volte, come a Lampedusa, è importante vedere, sentire e curiosare. Solo così si possono scoprire le persone e cogliere le nuove opportunità. Ringrazio Alessandro e il destino per aver cospirato affinché potessimo unire i nostri obiettivi, che alla fine sono validi e costruttivi. Ringrazio la straordinaria forza delle onde, del mare e dell’Etna per restituirmi sempre e dico sempre il senso di ciò che sono e di ciò che faccio.
Ufficio da spiaggia

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